Questo modello in legno raffigura l’organo idraulico inventato da Ctesibio.
Ctesibio
fu
il primo ad inventare l’organo.
In questo modello per far “vedere” il suo
funzionamento ho fatto in modo che la parte frontale si potesse togliere.
Quando si aziona la leva (1), tramite un sistema di
bracci (2) si mette in movimento un mantice contenuto nel cilindro (3) che
spinge l’aria nel contenitore (6) per mezzo della tubazione (5).
Sul cilindro (3) c’è una valvola (4) ad un unico
senso che ad ogni movimento del mantice fa entrare l’aria nel cilindro (3).
Ho fatto in modo che anche la parte frontale del
contenitore (6) si potesse “asportare” per far vedere il suo interno.
Il contenitore (6) è riempito d’acqua (la cui
quantità era calcolata) e sul fondo vi è posto un altro contenitore (7) alla
cui base sono presenti dei fori (8). Quando il contenitore (7) è a “riposo” è
pieno d’acqua ma quando si aziona la leva (1) entra dell’aria attraverso la
tubazione (5) che spinge fuori l’acqua dai fori posti sulla base e fa alzare il
livello nel contenitore (6). Esaurita la “spinta” dell’aria il livello
dell’acqua si abbassa e per via della pressione che si genera da questo
“movimento”, si forma dell’aria compressa che per mezzo della tubazione (9)
viene convogliata all’organo (10).
Per far funzionare l’organo di Ctesibio occorreva una persona che azionasse la leva del mantice, il
progetto venne ripreso in seguito da Erone di Alessandria che lo modificò creando il suo organo a vento.
Versioni successive dell’organo idraulico
prevedevano che oltre a generare l’aria compressa al suo interno (indirizzata
alle canne), veniva espulsa anche una certa quantità d’acqua che faceva girare
una ruota ad acqua che azionava un cilindro musicale.
In questi
modelli automatici c’era un bisogno continuo d’acqua (che serviva per
compensare quella espulsa per far funzionare il cilindro musicale) e tale
afflusso era garantito da una piccola cascata che azionava anche il mantice
eliminando così l’intervento dell’uomo.
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